Le Maire ha difeso invece l’imposta introdotta dal governo francese per tassare i cosiddetti giganti del web. Sui colossi digitali “abbiamo adottato una tassazione ragionevole, che non è mirata ad alcuna azienda o ad alcun paese in particolare” e su questo tema al G7 di Chantilly “mi aspetto discussioni dure e vivaci” con il segretario di Stato Usa Steven Mnuchin, ha detto Le Maire spiegando come – alla luce dell’evoluzione dell’economia globale, sempre più digitalizzata – “dobbiamo costruire la tassazione del 21mo secolo, non possiamo basarci su un modello del secolo scorso”.
Sulla fiscalità dei colossi del web, ma più in generale sull’armonizzazione della fiscalità per le grandi imprese, ha aggiunto Le Maire, “speriamo in un accordo nel 2020 sui principi e quindi le prime decisioni a fine anno”. “Un accordo a livello di G7 è decisivo: se non lo troviamo qui – ha osservato – francamente sarà difficile trovarlo fra i 129 paesi dell’Ocse”. Le Maire ha spiegato che in questa battaglia “abbiamo un alleato molto motivato, la Gran Bretagna, ma – ha sottolineato – abbiamo anche accettato di lavorare sulla base della proposta americana” che riguarda tutte le imprese che traggono una quota importante dei ricavi dal digitale. “Da parte francese è un gesto di apertura” ma – ha ribadito Le Maire – “vogliamo che sia presa in considerazione la specificità delle imprese digitali” .
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